Su Lancet Planetary Health (https://doi.org/10.1016/S2542-5196(23)00025-6) di aprile 2023 sono state pubblicate una revisione sistematica e una meta-analisi relative alle prescrizioni naturali. Con questo termine si indica la prescrizione ai pazienti da parte di medici e operatori sociali di trascorrere del tempo in natura in modo libero o attraverso programmi strutturati. In alcuni paesi, come il Regno Unito, sono già stati implementati programmi di questo tipo a livello nazionale.
Un primo elemento rilevato è che, rispetto alle condizioni di controllo, le prescrizioni naturali hanno portato ad un aumento dei numeri di passi giornalieri compiuti dalle persone. Due terzi degli studi (n=62 pari al 67%) hanno rilevato benefici sugli esiti psicologici o cognitivi e39 studi hanno riportato benefici sulla salute fisica con riduzione della pressione sanguigna, della frequenza cardiaca e una riduzione del peso corporeo. 20 studi (22%) hanno riportato una riduzione dello stress con una diminuzione di alcuni biomarcatori come il cortisolo.
La meta-analisi ha selezionato 11 studi randomizzati e 4 studi non randomizzati. Il lavoro ha evidenziato come la prescrizione di natura abbiano avuto un effetto moderato sui punteggi per la depressione e un effetto da moderato ad ampio per l’ansia.
Questi dati dimostrano come le prescrizioni di natura possano rappresentare un’integrazione agli interventi sanitari convenzionali. Non solo, questo tipo di approccio comporta dei benefici che vanno oltre gli aspetti strettamente clinici. Ad esempio favoriscono la coesione sociale perché spesso il tempo trascorso in natura è condiviso con altre persone. Inoltre stimolano comportamenti di rispetto e tutela dell’ambiente nel momento in cui sempre più persone si rendono conto del significato e del valore dell’ambiente naturale.